Il Becco dei Pappagalli, tutto quello che dovete sapere!

14.03.2024

Una delle caratteristiche più peculiari della Classe Uccelli è la presenza del becco. Il becco consiste in un rivestimento corneo esterno alla bocca che assume forma e funzione diversissime fra le varie specie.

Come noi Mammiferi, anche gli Uccelli hanno una mandibola (ossa inferiori della bocca) ed una mascella (ossa superiori, che si fondono con le strutture delle cavità nasali e della base del cranio) composte di osso robusto ma leggero e, a differenza di quelle dei Mammiferi, prive di denti. Al posto dei denti, gli Uccelli hanno sviluppato appunto il becco o ranfoteca, che viene diviso in rinoteca (valva superiore) e gnatoteca (valva inferiore). La ranfoteca è composta essenzialmente di cheratina, la medesima proteina che costituisce i nostri capelli e le nostre unghie: se vi dovesse sembrare una sostanza un po' inconsistente, sappiate che di cheratina è fatto anche il corno del Rinoceronte! Fra il rivestimento corneo e la base ossea esiste uno strato vascolarizzato e ricco di terminazioni nervose, che rende il becco un organo vivo ed estremamente sensibile, anche se in maniera diversa fra le varie specie.

Nei diversi gruppi di Uccelli il becco ha subito incredibili adattamenti per la sua funzione principale, che è quella di prensione del cibo. Abbiamo così becchi lunghi e sottili per gli insettivori che ricercano le piccole prede fra le foglie, piatti e morbidi per le Anatre che setacciano la fanghiglia del fondo, conici e appuntiti per gli Aironi che lo usano a mo' di arpione per pescare, oppure forte ed uncinato per i Rapaci che ci strappano la carne delle prede e molti altri.

Il Becco dei Pappagalli è tipicamente curvo e strutturato come una pinza, capace di esercitare forze imponenti per rompere noci e scavare il legno, ma anche di incredibile delicatezza, ad esempio, nell'aiutare i pulli ad uscire dall'uovo. Soprattutto nel continente australiano, dove gli Psittaciformi hanno subito una notevole radiazione adattativa, andando ad occupare nicchie ecologiche che in Europa spettano ad esempio a Fringillidi o a Corvidi, troviamo diverse variazioni su questo tema base: ad esempio il becco delicato degli Ondulati o dei "grass parakeets" (Neophema, Psephotus etc), un gruppo di piccoli Pappagalli che si nutre essenzialmente di semi di piante erbacee come da noi i Cardellini e simili; oppure la rinoteca allungata del Cacatua tenuirostris, che la usa per scavare il terreno alla ricerca di radici; o ancora quello appuntito del Kea (Nestor notabilis) che per sopravvivere nel difficile ambiente montano della Nuova Zelanda sfrutta le fonti alimentari più diverse fra cui anche la carne di animali morti e, occasionalmente, ancora vivi.

La rinoteca (valva superiore) è sempre di dimensioni maggiori rispetto alla gnatoteca, e i spesso presenta indentature o scanalature interne che aiutano nella manipolazione e frammentazione del cibo: l'estremità è sempre più o meno appuntita. Caratteristica degli Psittaciformi è la complessa articolazione della valva superiore del becco con il cranio, che consente al loro becco maggiore mobilità e forza rispetto alle altre specie di Uccelli in cui invece la rinoteca è fissa rispetto al cranio e solo la mandibola si muove.
La gnatoteca (valva inferiore) è invece concava, più o meno a forma di tazza. Nella sua concavità ospita la lingua, mentre l'estremità è in generale piana e semicircolare, con due punte tipo forchetta che aiutano a bloccare il cibo per romperlo meglio. La gnatoteca dovrebbe essere sempre centrata rispetto alla rinoteca e sempre arretrata rispetto ad essa, in modo che la sua estremità si collochi nella concavità interna della rinoteca.

La ranfoteca è un organo a crescita continua, come le unghie ad esempio, e si mantiene della normale forma e dimensione attraverso l'equilibrio fra produzione di nuovo tessuto e consumo durante le varie attività e soprattutto per lo sfregamento fra valva superiore ed inferiore. Se questo equilibrio si perde, o se l'occlusione fra rinoteca e gnatoteca è alterata, il becco può allungarsi in maniera vistosa e richiedere intervento medico per consentire al pappagallo di alimentarsi.

Il becco può essere di vari colori ed in tante specie le due valve possono essere colorate differentemente, anche come segno di dimorfismo sessuale. Nel comune Parrocchetto dal Collare Psittacula krameri ad esempio la valva superiore è rossa e quella inferiore nera, anche se questa caratteristica si perde in tante mutazioni depigmentate, come nei lutini in cui tutta la ranfoteca appare rossa (perché manca la melanina nera). Nell'affine Parrocchetto di Derby (Psittacula derbiana) solo i maschi hanno la valva superiore del becco rosso arancio, mentre quello delle femmine è uniformemente nero. Negli Ecletti, i Pappagalli più dimorfici in assoluto, il becco dei maschi è giallo arancio che spicca sul piumaggio verde smeraldo, mentre quello delle femmine è nero intenso sullo sfondo della livrea rossa e violetta.

Una caratteristica che molti proprietari avranno notato è la presenza, sotto alla valva inferiore del becco, di un "buco" dove la gnatoteca sfiora le piume della gola. Questo "spazio interamale", particolarmente evidente nelle Ara, serve a consentire il movimento del becco senza che il duro tessuto cheratinizzato traumatizzi i delicati tessuti molli vicini.

Al confine fra ranfoteca superiore e cranio sono collocate le narici, che possono essere chiaramente visibili – un esempio, il Cenerino Psittacus erithacus – oppure nascoste da un sottile stato di piccole piume, come negli Inseparabili Agapornis roseicollis. In altre specie le narici sono incluse in un'area carnosa collocata alla base della rinoteca detta "cera". Una specie comune in cui la cera assume speciale importanza è il Pappagallino ondulato o Cocorita Melopsittacus undulatus: in questa specie infatti la colorazione della cera è sede principale del dimorfismo sessuale, avendo i maschi adulti una cera blu intenso e le femmine invece una colorazione bianco rosato – beige che tende decisamente al marrone quando la femmina è in fase di attivazione ormonale. Attenzione però che prima dei 6 – 7 mesi questa differenza non è palese, anzi spesso i maschi presentano la cera decisamente rosa mentre le femmine la manifestano bianco rosata con qualche sfumatura azzurrina che trae in inganno i meno esperti! Ulteriore complicazione è data dalle mutazioni depigmentate – lutini, albini, pezzati recessivi, ala merlettata - in cui la cera dei maschi permane sempre rosa. Quindi attenzione alla semplificazione "azzurro maschietto rosa femminuccia" perché può portare fuori strada.

Oltre alla prensione dell'alimento il becco serve a molte altre funzioni:
- a bere, utilizzando la valva inferiore concava come cucchiaio
- a curare il piumaggio, passando meticolosamente ogni penna fra le valve e la lingua, asportando ogni impurità e risistemando tutte le barbe e le barbule
- ad esplorare e manipolare gli oggetti, essendo organo dotato di sensibilità tattile e termica
- ad arrampicarsi, funzionando come terzo arto
- a nutrire i pulli nel nido
- come arma di difesa e di attacco

Oltre alla meccanica di precisione fra le due valve superiore ed inferiore, essenziale alla funzione del becco è la lingua, che nei Pappagalli anche presenta diverse caratteristiche degne di nota.
I Pappagalli possiedono una lingua robusta e carnosa eccezionalmente mobile che serve a molte funzioni, fra cui:
- manipolare il cibo all'interno del becco ed indirizzare la deglutizione
- percezione del gusto
- esplorazione dell'ambiente
- manipolazione di oggetti
- modulazione del suono

A differenza di quanto si credeva un tempo, infatti, sebbene i Pappagalli come tutti gli Uccelli usino il siringe come organo di produzione del suono (il siringe è un organo analogo alle nostre corde vocali posto alla biforcazione dei bronchi), poi sono in grado di modularlo con la lingua, da cui le loro performance imitative.

La spettacolare destrezza della lingua dei Pappagalli è dovuta alla presenza di due ordini di muscoli come pure di un osso interno ad essa (osso paraglosso) a sua volta collegato all'apparato ioideo, un complesso di ossicini alla base della lingua che ha proprio la funzione di dare sostegno e mobilità ad essa. L'osso paraglosso è a forma di Y e contribuisce alla prensione di oggetti con la punta della lingua.

Non tutti i Pappagalli presentano la stessa abilità con la lingua: fra i migliori manipolatori annoveriamo senz'altro le Ara e i Cacatua, mentre le specie piccole, tipo Ondulati o Inseparabili, la usano essenzialmente per la deglutizione. Particolare è l'adattamento della lingua dei Lori, un gruppo di Pappagalli diffusi Sud Est Asiatico, isole del Pacifico ed Australia, che ha sviluppato particolari adattamenti per nutrirsi del nettare dei fiori. Il più evidente di questi adattamenti è la caratteristica lingua molto lunga, molto mobile e dotata di ciuffi di papille cornee che la fanno somigliare ad una spazzola, con cui raccolgono nettare e polline dalle corolle. In cattività questi Pappagalli usano la lingua per leccare alimenti liquidi o sfarinati, ma sono capaci anche di mangiare frutta ed altri alimenti morbidi come le altre specie.

La lingua dei Pappagalli può essere di diversi colori, di solito rosea oppure grigia, ma ci sono specie che sembrano averla in pendant con la livrea, come l'Ara Giacinto, che presenta lingua blu scuro e giallo, o il Cacatua delle Palme in cui la lingua è nera e rossa.

La più comune domanda sul becco dei Pappagalli è: ma i Pappagalli beccano? Ossia, usano il becco come arma di offesa, oltre che di difesa? Naturalmente questo è possibile, ma è importante capire che moltissima parte delle beccate che i Pappagalli pet infliggono ai loro proprietari sono assolutamente evitabili e frutto di errori di comunicazione! Come tutti gli animali selvatici, i Pappagalli ricorrono allo scontro fisico solo come misura estrema, avendo prima cercato in tutti i modi disponibili di avvisare che quella particolare interazione è sgradita e dovrebbe essere interrotta. Purtroppo, però per noi esseri umani è spesso difficile cogliere i sottili segnali di irritazione che emette il pappagallo, e ancor più interpretarli correttamente, con la conseguenza che i Pappagalli pet si trovano a vivere in un clima di incomprensione che li rende spesso frustrati ed irritabili. Arriva poi il giorno in cui all'ennesimo approccio sgradito – tentativi di coccole, essere afferrati, mani nella gabbia… - il pappagallo reagisce mordendo e realizza che questo linguaggio noi lo capiamo fin troppo bene. Da lì in poi, se non ci si ferma a capire cosa si sta facendo di sbagliato, la situazione peggiora rapidamente ed il pappagallo impara non solo a beccare sempre più rapidamente quando vuole terminare una interazione, ma anche, col tempo, ad usare il morso come mezzo di comunicazione e di controllo. Questo problema non riguarda solo le specie grandi e potentemente armate, come Ara e Cacatua, ma anche specie piccole ed apparentemente innocue, come gli Agapornis: è bene quindi fare un corso introduttivo al comportamento aviare prima di prendere un pappagallo e chiedere consiglio se il vostro amico comincia ad usare il becco per ragioni diverse da nutrirsi, giocare, esplorare. 

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